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      Converrà certamente ricercare addosso ad ambedue, per trovare chi dei due ha la coppa in seno.
      Licino. Bene.
      Ermotimo. L’un dei due l’ha certamente.
      Licino. Come no, s’ella è perduta?
      Ermotimo. Dunque se la troverai al primo, non più ricercherai il secondo, perchè è chiaro che ei non l’ha.
      Licino. È chiaro.
      Ermotimo. E se non la troveremo in seno al primo, il secondo l’avrà certamente, e neppure sarà bisogno ricercargli le vesti.
      Licino. L’avrà.
      Ermotimo. Noi dunque se troveremo che gli stoici hanno la coppa, non dovremo ricercar gli altri. Già abbiamo ciò che cercavamo: perchè prenderci altra pena?
      Licino. Ei non bisogna; se voi la trovate, e trovatala riconoscete che è la perduta, o se v’è ben noto che essa fu offerta in voto. Ma primamente, o amico mio, non sono due quelli che entraron nel tempio per modo che l’uno di essi necessariamente debba avere la cosa rubata; ma son molti. Dipoi non si sa bene che cosa s’è perduta, se una coppa, o una tazza, o una corona. I sacerdoti, chi dice questo, chi dice quello: e neppur della materia si accordano, che chi la dice d’oro, chi d’argento, chi di bronzo. È necessità dunque dispogliare tutti quelli che sono entrati, se vuoi trovare ciò che s’è perduto. E se subito trovasi al primo una coppa d’oro, dovresti anche dispogliare gli altri.
      Ermotimo. E perchè, o Licino?
      Licino. Perchè non è certo se la perduta era coppa. E se tutti s’accordano a dir coppa, non tutti dicono che è d’oro: e se anche fosse certo essersi perduta una coppa d’oro, e tu la ritrovassi al primo, non però dovresti non ricercar gli altri: perchè non è certo se è dessa la coppa del Dio.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





Licino Dio