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      Licino. Tu hai prese le lettere nell’ordine che stanno, prima l’A, poi il B, e così per ordine, finchè in una di esse ti compia il numero degli atleti: ti concedo che così si faccia in Olimpia. Ma, e se prenderemo cinque lettere a caso, come l’X, il Z, l’S, il C, ed il T; se scriveremo quattro lettere, ciascuna due volte, sopra le otto sorti, e il solo Z su la nona, la quale indicherà l’efedro, che farai tu trovando il Z in prima? Deciderai che chi l’ha è l’efedro, senza prima guardar tutti ed accertarti che non v’è lettera corrispondente? In questo caso l’ordine delle lettere non ti giova.
      Ermotimo. È difficile rispondere a questa dimanda.
      Licino. Riguarda ora la cosa da un altro verso. Che saria se non scrivessimo lettere su le sorti, ma quei segni e quelle figure, di che usano gli Egiziani invece delle lettere, come uomini con teste di cane o di leone? Ma lasciamo le cose strane: dipingiamovi figure semplici, come due uomini su due sorti, due cavalli sovra due altre, e poi due cani, due galli, e su la nona sia l’immagine d’un leone. Se in prima t’avvieni in chi ha questa sorte del leone, come potrai dire: questi sarà l’efedro, senza andar riguardando fra tutti se v’è un altro che abbia anche il leone?
      Ermotimo. Non ho che risponderti, o Licino.
      Licino. E sì, chè non potresti dirmi niente di probabile. Onde se noi vogliamo trovare chi ha la coppa sacra, chi sarà l’efedro, chi ci può essere la migliore guida per quella città di Corinto, è necessario che ci avviciniamo a tutti, ricerchiamo, tentiamo, dispogliamo, osserviamo attentamente: ed anche così appena sapremo il vero.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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