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      Se io debbo credere a chi mi consiglia di filosofare secondo una certa filosofia, crederò solo a chi le conosce tutte; gli altri non hanno conoscenze perfette, ed io non mi affiderei a loro, ancorchè ne ignorassero solamente una, la quale potrebb’esser dessa l’ottima. Pognamo che uno ci presenti un bell’uomo, e ci dica: questi è il bellissimo fra tutti gli uomini: noi certamente non gli crediamo, se non sappiamo che egli ha veduti tutti gli uomini: forse questo è bello, ma se sia bellissimo fra tutti, non può conoscerlo se non chi ha veduto tutti. E noi non abbiamo bisogno di trovar pure il bello, ma vogliamo il bellissimo: e finchè non avremo trovato questo, ci parrà di non aver fatto nulla. Non ci contentiamo di qualunque bellezza ci venga innanzi, ma cerchiamo quella bellezza perfetta che di necessità è una.
      Ermotimo. È vero.
      Licino. Or di’: puoi tu additarmi uno che sia pratico di tutte le vie in filosofia, e che avendo conosciuto tutto ciò che han detto e Platone, e Pitagora, ed Aristotele, e Crisippo, ed Epicuro, abbia scelta la via migliore fra tutte, provatala vera, e veduto per esperienza che essa sola mena diritto alla felicità? Se troveremo un tale uomo, non ci daremo più alcuna briga.
      Ermotimo. Non è facile, o Licino, rinvenire un uomo tale.
      Licino. E che farem dunque, o Ermotimo? Non dobbiam rimanercene per manco di una tal guida al presente. Non saria questo il partito migliore e più sicuro, ciascuno mettersi da sè a percorrere tutte le sètte, e considerare attentamente quello che tutte dicono?


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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