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      Ermotimo. O Licino, in quanto al dovere andare in tutte le scuole, ed informarsi bene di ciascuna dottrina, e non potere altrimenti che così scegliere la migliore, forse hai ragione: ma spendere tanti anni per ciascuna, questa sì è cosa ridicola, come se da poche parti non si potesse conoscere il tutto. Per me questo pare ben facile, e da non ci bisognar dispute. Dicono che uno scultore, credo Fidia, vedendo pur l’unghia d’un leone, da essa reputò quanto doveva esser grande tutto il leone, e lo rifece a proporzione di quell’unghia. E tu stesso, se uno ti mostrasse solo una mano d’un uomo e te ne celasse il rimanente del corpo, tu subito conosceresti che ti si è celato un uomo, ancorchè tu non vedessi tutto il corpo. E così i sommi capi di ciascuna dottrina si può impararli tra poche ore in un giorno: e lo studio grande e le lunghe ricerche non sono punto necessari per iscegliere la setta migliore, perchè si può fare un giudizio anche da quei sommi capi.
      Licino. Bravo, o Ermotimo: ora sì che l’hai sfoderata, dicendo che dalle parti si conosce il tutto. Io mi ricordo di aver udito il contrario, che chi conosce il tutto può conoscer le parti, non chi le parti il tutto. Ma dimmi un po’: Fidia, quando vide l’unghia, avria riconosciuto che la era di leone, se non avesse visto mai un leone intero? e tu, vedendo una mano, potresti dire che la è mano d’uomo, se non avessi prima veduto e conosciuto un uomo? Tu taci? o vuoi che risponda io per te, che non hai che dire? Sicchè Fidia corre pericolo di rimanersi, e di non rifare il leone, perchè dice ed assicura che non ne ha veduto mai.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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