Pagina (49/538)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E allo stringer del sacco dici, che anche questo conto potria sbagliare, perchè è incerto se presso i filosofi si trovi la verità, o non si trovi.
      Licino. Ma tu, o Ermotimo, potresti giurarmi che la si trova presso di loro?
      Ermotimo. Io nol giurerei.
      Licino. Eppure quante altre cose ho voluto tralasciare, che vorrebbero lunghe ricerche!
      Ermotimo. E quali sono?
      Licino. Non hai udito, che tra coloro che dicono di essere o stoici, o epicurei, o platonici, alcuni conoscono la propria dottrina, alcuni no, che per tutt’altro meritano ogni fede?
      Ermotimo. È vero questo.
      Licino. Dunque discernere i conoscenti, e separarli dai non conoscenti che si spacciano per saputi, non ti pare opera molto faticosa?
      Ermotimo. Certamente.
      Licino. Per conoscere adunque il migliore fra gli stoici, ti converrà andare, se non da tutti, da parecchi di essi, e farti istruire, e rimanertene col maestro migliore, ma dopo di esserti esercitato ed avere acquistato la facoltà di giudicare bene di costoro, affinchè non iscambi il migliore pel peggiore. Ora vedi tu stesso quanto tempo è necessario a ciò, ch’io non ho voluto dirtelo per non isbigottirti: eppure ciò che più monta ed è più necessario in cotali cose, dico nelle cose oscure e dubbie, è solo il tempo, a creder mio. E la sola fedele e salda speranza che hai per ritrovare la verità è questa e nessun’altra, la facoltà di giudicare e di discernere il vero dal falso, la quale ti sarà come il paragone ai saggiatori, con cui provano qual è oro fine e corrente, e qual è falsato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





Ermotimo