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      Ermotimo. Ben dici. Da questo momento io vo a mutare veste ed aspetto. Tra breve non mi vedrai più con questa barba ispida e lunga; non più farò vita rigida e malinconica, ma lieta e libera: tosto mi rivestirò di porpora, affinchè tutti veggano che io non mi curo più un fico di queste baie. Ed oh potessi vomitare tutto quello che mi han fatto ingozzare? mi parrebbe dolce a bere anche l’elleboro per il contrario di quello che vuole Crisippo, per non ricordarmi più di quanto m’han detto. A te poi io rendo infinite grazie, o Licino, che mentre io ero traportato da torbida e veloce fiumana, e m’ero abbandonato alla corrente, tu me n’hai tratto fuore, sopraggiungendo come un dio in una tragedia a scioglierne il nodo. Io credo che farò bene a radermi il capo come gli scampati da naufragio, ed a botarmi oggi stesso, che una sì fitta caligine mi si è tolta dinanzi dagli occhi. Per l’avvenire se incontrerò un filosofo, anche a caso per via, volterò le spalle, e fuggirò come dai cani arrabbiati.
     
     
      Correzioni apportate nell’edizione elettronica Manuzio:
      che è filosofo è strologo = ...e strologoe se non si fa cosi = ...così
      Se fosse chiarito, che i solí = ...solipercorrere tutte le vie chi, come’ = ...come
      quando Ercole stabilì i guochi = ...giuochiSi, molte volte = Sì...
     
     
      XXI.
      ERODOTO,
      oAEZIONE.
     
      Imitare i pregi di Erodoto, non dico tutti (chè saria toccare il cielo col dito), ma qualcuno dei tanti che ei n’ha, come o la venustà del dire, o la sua armonia, o la schietta e nativa soavità gionica, o la ricchezza dei pensieri, o altra delle mille bellezze che egli ha tutte, saria sperare anche troppo: ma ciò che egli fece con la sua storia, e come in breve divenne chiaro in ogni parte tra i Greci, ed io, e tu, ed altri possiamo imitare.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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