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      Se essi furono lodati da chi li ascoltò, saria pazzia ora a sperare che mutassero e correggessero ciò che una volta fu approvato, e riposto come in aule reali. Pure anche ad essi potrò giovare: se mai avverrà qualche altra guerra, o dei Celti contro i Geti, o degl’Indi contro i Battri (contro noi nessuno leverebbe il capo, che tutti stanno cheti ed obbedienti), essi potranno meglio comporre una storia, applicandovi questa regola, se loro parrà che sia diritta: se no, seguiteran pure a misurare con la stessa misura, il medico non si curerà un fico che tutti gli Abderiti vorranno declamare l’Andromeda.
      Un consiglio deve avere due parti, deve insegnare ciò che è da seguire, e ciò che è da fuggire; diciamo primamente da quali cose deve fuggire chi scrive una storia, da quali specialmente tenersi puro e mondo; e dipoi che deve egli fare per non fallire la via diritta e più breve, come incominciare, come ordinare i fatti, che misura dare a ciascuno di essi, quali tacere, quali esporre lungamente, quali è meglio accennare, come narrarli ed unirli; ed altrettali cose che diremo dipoi. Per ora parliamo dei vizi che stanno coi cattivi scrittori. Degli errori che sono comuni ad ogni specie di scrittura, nella lingua, nell’armonia, nelle sentenze, ed ogni altra mancanza d’arte, saria lungo a discorrere, e non entrano nel mio argomento. Gli errori poi che si commettono nelle storie, li troverai facilmente, se avrai la pazienza che ho avuta io di prestar le orecchie ad ascoltarle tutte. Nondimeno non sarà fuor di proposito ricordarne alcuni, per dare un esempio di questa maniera di scritture.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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