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      (20) Così la storia se avrà per giunta un po’ di dilettevole attirerà più innamorati; ma finchè ella avrà la propria perfezione, cioè la esposizione del vero, si curerà poco della bellezza.
      Ed ancora è da notare un’altra cosa, che nella storia non è dilettevole ciò che è interamente favoloso, e le lodi sperticate sono per ogni verso pericolose, se pensi che non ti ascolta il volgo e la gente minuta, ma uomini che stanno lì per giudicarti, per appuntarti di tutto, che non si lascerebbono sfuggire un ette, che hanno occhi più acuti di quelli di Argo e in tutto il corpo, che osservano ad una ad una le cose che dici, come i cambiatori le monete, che rigettano subito le false, e ricevono le correnti e di buon conio. A questi si deve avere riguardo quando si scrive, e non darsi pensiero degli altri, ancorchè scoppino in applausi. Se non avrai riguardo a questi, se condirai la storia con favole, con lodi, e con altre blandizie, tu la renderai simile ad Ercole in Lidia. Certo hai veduto in qualche parte dipinto Ercole divenuto servo di Onfale, vestito stranissimamente: lei con la pelle del lione indosso e con la clava in mano, come una vera Ercolessa; lui in gonnella di croco e di porpora, in atto di scardassar lana, ed avere da Onfale la sculacciata col sandalo. Sozzo spettacolo vedere il corpo mezzo scoverto della veste, ed un dio sì virile divenuto una femminetta. Il volgo forse ti loderà; ma i pochi savi, ai quali tu non pensi, assai piacevolmente ne rideranno, vedendo la stranezza, la sconvenienza, la ripugnanza della cosa: perchè il proprio di ciascuna cosa è bello; ma se poi togli il proprio al brutto, lo fai bruttissimo.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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