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      Lascio di dire che le lodi, forse piacevoli al lodato, sono spiacevoli agli altri, specialmente se troppo esagerate: come le fanno molti, che per cattivarsi la benevolenza dei lodati, riescono nella più spiattellata adulazione: chè non sanno farlo con arte, non velano le carezze, ma si gettano a sparpagliare un mondo di menzogne incredibili e sbardellate. Onde neppure conseguono il fine che essi desiderano: perchè i lodati, massime se sono uomini di senno, se ne stomacano, e li sfatano come adulatori. Così intervenne ad Aristobulo, il quale avendo descritto il duello tra Alessandro e Poro, e leggendo al re, mentre navigavano sul fiume Idaspe, proprio quel passo nel quale per acquistarsi la grazia d’Alessandro gli attribuisce certe gran pro- dezze ed inventa fatti maggiori del vero, questi gli strappò il libro di mano, e lo gettò nell’acqua, dicendo: Dovresti andarvi anche tu, o Aristobulo, che mi fai combattere cotesti duelli, ed uccidere elefanti d’un sol giavellotto. E ben se ne doveva sdegnare Alessandro, il quale non aveva sofferto neppure un ardito architetto, che prometteva di fargli del monte Ato una statua, e trasformar quella montagna nella sembianza del re: ma conosciutolo adulatore, non volle più adoperarlo in altra cosa. Che diletto può avere uno, salvo se non sia veramente stolto, ad aver tali lodi che sono subito sbugiardate? Così fanno gli uomini brutti e specialmente le donne che raccomandano ai pittori di dipingerle quanto più belle possono: e credono che avranno miglior viso se il pittore accresca e mescoli più incarnato e più biacca.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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