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      Cosiffatti sono molti scrittori, i quali badano solamente al tempo d’oggi, ed alla privata utilità che sperano cavar dalla storia. Costoro convien disprezzare, perchè al presente sono sfacciati e sguaiati adu- latori; e nell’avvenire rendono sospetta la storia con tante menzogne. Se poi qualcuno crede che pur si debba mescolare il dilettevole nella storia, vel metta pure, ma senza offendere la verità, e come uno degli altri ornamenti del discorso: di che molti si curano poco, e vi mettono ogni sconvenevolezza.(21)
      Or io ti conterò le nuove cose che mi ricorda di aver udito testè in Ionia, ed in Acaia ancora, da alcuni storici che narrano appunto questa guerra. E per le Grazie nessuno neghi di credere a ciò che dirò, perchè son cose vere, ed io vi giurerei sopra, se fosse buona creanza giurare in una scrittura.
      Uno di costoro cominciava dalle Muse, invocandole a reggergli la mano a scrivere. Vedi bel cominciamento, come calza bene alla storia, come conviene a questa maniera di scritture! Poco appresso paragonava il nostro capitano ad Achille, ed il re dei Persi a Tersite, senza pensare che il suo Achille era più prode se vinceva un Ettore piuttosto che un Tersite; se innanzi a lui fuggiva un valoroso, Ed ei molto più prode lo seguiva. Dipoi faceva una lode a sè stesso, e come egli era degno di scrivere fatti così splendidi. Più giù lodava la sua patria Mileto, soggiungendo che egli faceva questo con più senno di Omero, il quale non ricordò mai la sua patria. E nella fine del proemio diceva chiaro e tondo che egli innalzerebbe i nostri, e farebbe guerra contro i barbari anch’egli secondo il suo potere: e cominciava così la storia, prendendo a narrare le cagioni della guerra: Lo scelleratissimo Vologeso e degnissimo di morte, cominciò la guerra per questa cagione.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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