Pagina (92/538)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Onde vedi che questi voleva fare l’Erodoto, come quegli il Tucidide.
      Un certo altro celebrato per forza di eloquenza, emulo anch’egli di Tucidide, o quasi maggiore, descriveva tutte le città, e i monti, e i campi, e i fiumi minutamente, e quando entrava nel robusto diceva un venga in capo ai nemici questa maladizione: freddure più fredde della neve caspia e del ghiaccio celtico. Appena gli basta un intero libro per descrivere lo scudo dell’imperatore, nel cui mezzo sorgeva la Gorgone, che ha gli occhi cerulei e bianchi e neri, e per capelli groppi di serpenti attortigliati; e il cinto del colore dell’iride. Le brachesse di Volageso, e il freno del cavallo oh in quante migliaia di parole sono descritte! e come era la chioma di Osroe quando passava a nuoto il Tigri; ed in quale antro si rifuggì, ombreggiato da un’edera, da un mirto, da un lauro che v’erano come nati a posta. Vedi cose necessarie alla storia senza le quali non s’intenderebbe niente dei fatti! Non potendo dir cose utili,e non sapendo affatto che dire, ricorrono a queste descrizioni di paesi e di grotte: e quando si trovano in mezzo ai grandi avvenimenti sono simili al servo arricchito di fresco per eredità del padrone, che non sa come si deve metter la veste indosso, nè come desinare, ma tutto s’impaccia, e mentre gli stanno innanzi piatti di uccellame, di cinghiale e di lepre, si riempie di polenta e di salume fino a creparne. Costui adunque, di cui ti parlavo, contava ancora di ferite incredibili, di morti strane: come uno ferito nel dito grosso d’un piede subito si morì; e come ad un solo grido del generale Prisco ventisette nemici basirono.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





Erodoto Tucidide Tucidide Gorgone Volageso Osroe Tigri Prisco