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      Nel noverare i morti bugie più che non ne dicono le lettere dei generali: che ad Europo morirono trecento settantamila dugento e sei nemici; e dei Romani due morti, e nove feriti. Questa sì se la beva chi può. Ma quest’altra è anche nuova. Per esser tutto attico e stringato purista, ha voluto grecizzare anche i nomi romani, e dire Cronio invece di Saturnino, Frontino invece di Frontone, Titanio invece di Titiano, ed altre maggiori ridicolezze. E della morte di Se- veriano scrive che tutti s’ingannarono a dire che morì di spada, egli afferma che morì d’inedia, perchè questa gli pare una morte dolcissima: senza sapere che Severiano stette forse tre giorni a morire, e quei che muoion di fame durano alcuni fino al settimo: salvo se non si voglia supporre che Osroe stette ad aspettare che Severiano morisse di fame, e per sette giorni non l’assalì.
      E quelli che usano nella storia parole e frasi poetiche, dove li metti, o mio Filone? Dicono: all’arietar della macchina il muro ruinando rimbombò: ed in un’altra parte della bella istoria: Edessa aveva intorno grande strepito d’armi, e tutto era rumori e clamori: ed, il capitano venia tra sè divisando come avvicinarsi alle mura: e tra queste gonfiezze sono gettate molte sguaiataggini di parole volgari: Con un biglietto il capo del campo fece assapere al Signore, e i soldati si comperavano il necessario, e lavatisi andarono a trovarli, e cotali altre scempiezze: sì che ti pare proprio di vedere un tragedo con un piede in un alto coturno, e con un altro in una pianella.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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