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      Mentre facevam questi conti ci viene addosso una gran burrasca, che batte la nave sul lido, e la sfascia: noi appena ci salvammo a nuoto, ciascuno con le sue armi e con che altro potè afferrare.
      E questi sono i casi che m’avvennero fino a che giunsi nell’altra terra navigando per mare, e nelle isole, e nell’aria, e dipoi nella balena, ed uscito di là nel paese degli eroi, e dei sogni, ed infine tra i Bucefali e le Gambedasine: i casi poi che m’avvennero nell’altra terra li racconterò nei libri seguenti.(32)
     
     
      Correzioni apportate nell’edizione elettronica Manuzio:
     
      Nel libro primo:
      Ed un altra meraviglia vidi = Ed un’altra meraviglia vidi
     
      Nel libro secondo:
      Jacinto lacedomonio = Jacinto lacedemoniosi, ma s’astengono = sì, ma s’astengono
      lì capitanavano Teseo, = li capitanavano Teseo,
      che tornerei si in patria = che tornerei sì in patria
     
     
     
      XXVII.
      IL TIRANNICIDA.(33)
     
      ARGOMENTO.
      Uno monta su la rocca per uccidere il tiranno, non lo trova: invece uccide il figliuolo, e gli lascia la spada nel corpo: viene il tiranno, e veduto il figliuolo già morto, con la stessa spada si uccide. Quegli che andò ed uccise il figliuolo del tiranno, dimanda il premio come tirannicida.
     
      Due tiranni ho ucciso in un sol giorno, o giudici, l’uno già provetto, l’altro nel fior degli anni e, succedendogli, più pronto ad opprimerci, e per ambedue vengo a chiedervi un premio; chè io solo, tra quanti mai furono tirannicidi, d’un sol colpo ho spacciati due ribaldi; ho ucciso il figliuolo di spada, il padre di crepacuore. Il tiranno ha avuto bastante pena di ciò che ei fece: vivo ancora ha veduto il figliuolo morto; e sul morire è stato costretto maravigliosamente a divenire tirannicida di sè stesso.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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