Pagina (179/538)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Così se al pittore il padre comandasse: Dipingi così, o figliuolo, e non così; se al musico: Suona a questo modo, non a quest’altro; se al fabbro: Batti qua, e non là: chi potria sopportare che egli diredasse il figliuolo, perchè costui non fa l’arte come piace a lui? Nessuno, credo. La medicina poi quanto è più onorata e più utile alla vita, tanto più dev’esser libera a chi l’esercita; un certo privilegio deve avere quest’arte a potere essere esercitata: non forza alcuna, non comando: cosa sacra, insegnamento d’iddii, studio di sapienti, non è soggetta a legge, nè a timore o pena di tribunale, nè a capriccio, o minaccia di padre, o a sdegno di persona ignorante. Sicchè se chiaro e tondo io ti dicessi così: Non voglio curare, benchè posso: per me solo e per mio padre so l’arte: per gli altri voglio essere ignorante; qual tiranno avrebbe tanta forza da costringermi mio malgrado ad esercitar l’arte? Queste cose si ottengono con le suppliche e le preghiere, non con le leggi, le ire e i tribunali. Persuadere si deve al medico, non comandare; egli deve volere, non temere; venir volonteroso a curarti, non esservi tirato. Non è pupilla, non è soggetta a patria potestà l’arte, giacchè i medici ricevono dalle città pubblici onori, e seggi distinti, e franchigie, e privilegi d’ogni maniera. Tali cose io potrei dirti francamente intorno all’arte mia, ancorchè tu me l’avessi insegnata, ed avessi speso pensieri e danari per farmela apprendere, ed io ora mi ricusassi a questa sola cura, pognamo che la mi fosse possibile.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





Dipingi Suona Batti