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      Se voi vi metterete ad esaminare e giudicare le offerte, temo che non avremo più materia da giudicare; chè nessuno più vorrà presentarsi come reo, e, avendoci speso e pagato del suo, farsi giudicare, e mettersi a pericolo del capo. E che si farà della vita chi è giudicato indegno di offerire un dono?
     
     
     
      XXXI.
      ALESSANDRO,
      oIL FALSO PROFETA.
     
     
      Tu forse, o carissimo Celso, credi che mi hai commessa una piccola impresa e lieve, di scriverti la vita di quell’impostore di Alessandro d’Abonotechia, e mandarti raccolte in un libro le sue furfanterie, ribalderie e ciurmerie: ma a volerle narrar tutte esattamente saria non minore impresa che scrivere le geste di Alessandro di Filippo: chè l’uno fu grande in malvagità, quanto l’altro in valore. Pure se vorrai leggere con indulgenza, ed immaginare le cose che mancano da quelle che io narro, io prenderò per amor tuo questa fatica, e tenterò di spazzare questa stalla d’Augia, non interamente ma per quanto io posso; e da’ pochi cofani che ne trarrò fuori tu potrai pensare che smisurata quantità di letame tremila bovi han potuto farvi in molti anni. Mi viene vergogna per entrambi, e per te e per me: per te che credi degno di esser ricordato e narrato agli avvenire un uomo scelleratissimo; per me che gitto il tempo a scrivere questa fastidiosa istoria d’un uomo, che avria meritato non di esser letto dalle persone colte, ma in un grandissimo teatro essere di spettacolo al popolazzo, sbranato da scimmie e da volpi. Che se qualcuno ce ne vorrà biasimare, noi ci scuseremo con un esempio.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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