Pagina (228/538)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      I quali, cred’io, nelle battaglie vedevano la sua leggerezza e sveltezza, che si aveva acquistato pel ballo. I versi dicono così:
      O Merion, benchè sei danzatore,
      La mia lancia t’avria ferme le gambe....
      E non gliele fermò le gambe, chè egli usato al ballo facilmente schivò il colpo. Potrei nominarti molti altri eroi, che si piacquero di questo esercizio, e lo tennero come un’arte; ma mi basti Neottolemo, figliuolo d’Achille, e danzatore eccellentissimo, che trovò una nuova bellissima danza, dal suo nome detta Pirrica. Ed Achille udendo questa invenzione del figliuolo, credo, se ne compiacque più che della bellezza e fortezza di lui. E così Ilio, fino allora rimasto invitto, da questo danzatore fu preso e spianato. I Lacedemoni, che sono tenuti i più valorosi dei Greci, appresero da Castore e Polluce la Cariatica, che è una specie di danza che imparano in Cario, borgo di Laconia: in tutto quello che fanno non si scordano mai delle Muse, sino a combattere a suon di flauto, a cadenza, a passi misurati: ed il segnale della battaglia è dato ai Lacedemoni dal flauto. E così vinsero tutti, guidandoli la musica e la misura. Ed anche al presente si può vedere i loro giovani che imparano non meno a danzare che a schermire: chè quando, dopo di esser venuti alle mani e date e ricevute picchiate, cessano, l’esercizio finisce col ballo. Un flautista sta in mezzo, e sonando batte il tempo col piede: essi in fila l’un dopo l’altro, e camminando a battuta, fanno atteggiamenti d’ogni maniera, ora di battaglia, ora di ballo, che piacciono a Bacco ed a Venere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





Merion Neottolemo Achille Pirrica Achille Ilio Lacedemoni Greci Castore Polluce Cariatica Cario Laconia Muse Lacedemoni Bacco Venere