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      E la canzone, che cantano mentre ballano, è un invito a Venere ed agli Amori di riddare e tripudiare con loro. Un’altra canzone (chè ne cantano due) insegna il modo come si dee ballare: Su via, o giovani, la dice, levate il piè, riddate meglio, cioè ballate meglio. Fanno anche così quando ballano la collana. La collana è un ballo di garzoni e di fanciulle insieme intrecciate e formanti come una collana. Apre la danza un garzone che balla a mo’ de’ giovani, e fa tutti gli atteggiamenti che s’usano in battaglia, poi segue una fanciulla compostamente, che insegna al suo sesso ballare; per modo che la collana è intrecciata di modestia e di fortezza. Hanno ancora un’altra danza di fanciulli nudi, da essi detta ginnopedia. I versi che Omero, descrivendo lo scudo di Achille, fece intorno ad Arianna, ed al coro che Dedalo le lavorò, li hai letti, ed io li tralascio: e quei due danzatori che quivi il poeta chiama cavriolatori, che guidavano il coro: e nella stessa descrizione quei Giovani che rotavan cavriolando, dice che erano il più bel lavoro che Vulcano aveva fatto nello scudo. I Feaci poi naturalmente dovevano amare il ballo, essendo molli, e vivendo tra quelle morbidezze e delicatezze: infatti Omero questo fa in essi ammirare da Ulisse, che riguarda i lampi dei piedi. In Tessaglia venne in tanta voga il ballo, che i capi e condottieri chiamavansi Mastri del ballo come dicono le iscrizioni delle statue rizzate ai loro maggiorenti. Una dice: La città lo elesse mastro del ballo; ed un’altra: Ad Elatione, che ben ballò la battaglia, questa statua il popolo.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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