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      T’ho accennato così per un esempio queste poche favole ateniesi, lasciandone molte altre. Poi viene Megara, e Niso, e Scilla, e il riccio purpureo, e Minosse che partesi, ingrato a tanto benefizio. Appresso a questi il Citerone, e i casi di Tebe e dei Labdacidi, e l’arrivo di Cadmo, l’inginocchiarsi del bue, i denti del serpente seminati, e gli Sparti che ne nascono, e poi la trasformazione di Cadmo in dragone, ed Anfione che a suon di lira fabbricò le mura, e poi perdè il senno, e la superbia della moglie Niobe, ed il costei silenzio pel gran dolore; e i casi di Penteo, e di Atteone, e di Edipo, ed Ercole con tutte e dodici le sue fatiche, ed i figliuoli uccisi. Corinto anch’essa è piena di favole, ed ha Glauca e Creonte, e prima di questi Bellerofonte e Stenobea, e la pugna del Sole e di Nettuno, e dipoi il furore di Atamante, e l’aerea fuga de’ figliuoli di Nefele sul montone, ed Ino e Melicerta raccolti nel mare. Dipoi i casi dei Pelopidi, e Micene, e ciò che quivi accadde, e prima di essi Inaco, ed Io, e il suo custode Argo, ed Atreo, e Tieste, ed Aerope, e l’ariete d’oro(48), e le nozze di Pelopea, e l’uccisione di Agamennone, e la pena di Clitennestra: ed altri fatti anteriori a questi, la guerra dei sette a Tebe, e Adrasto che ospita i profughi generi(49), e l’oracolo intorno ai fratelli, e come morirono e furono lasciati insepolti, e quindi la morte di Antigone e di Meneceo. Quel che fu in Nemea, ed Issipile, ed Achemoro, deve un mimo necessariamente ricordare. E pria di questo saprà, come la verginità di Danae era custodita, come da lei nacque Perseo, a cui fu imposta la fatica di spegner le Gorgoni: coi quali fatti va unito il racconto etiopico di Cassiopea, e di Andromeda, e di Cefeo, dalla credula posterità annoverati tra gli astri.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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