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      Ed egli stesso dichiarò questo apertamente, quando richiesto dai suoi partegiani di rappresentare un’altra volta l’Aiace, egli fatto uscire l’attore innanzi la scena, disse al teatro: Basta una volta impazzire. Specialmente gli seppe duro che un suo avversario ed emulo nell’arte, essendogli assegnata la stessa parte di Aiace, così decentemente e temperatamente ne rappresentò la pazzia, che fu lodato per essere rimasto nei termini della mimica, e non trascorso in follie.
      Queste poche tra le molte cose intorno alle opere ed agli studi del ballo ti ho esposte, affinchè tu non mi biasimi troppo dell’amore che io porto a questo spettacolo. E se tu volessi venir meco a vederlo, ti so dire che ne saresti preso, e anderesti pazzo del ballo. Onde non avrò bisogno di dirti quelle parole di Circe:
      Meraviglia mi fa, come bevendoLa magica bevanda, ammaliato
      Non rimanesti.
      perchè sì ne rimarrai ammaliato, e per mia fè non avrai nè capo d’asino, nè cuor di maiale; ma la mente ti si farà più salda, e per il piacere darai bere ad altri non poco di questo beveraggio. Quello che dice Omero dell’aurea verga di Mercurio, che ammalia gli occhi degli uomini, eA suo volere i sonnacchiosi sveglia,
      questo appunto fa il ballo, che ammalia gli occhi, e li fa vegliare, e tien desta l’intelligenza a ciò che si rappresenta.
      Cratone. Hai ragione, o Licino, ed io già ho le orecchie e gli occhi spalancati. E ricórdati, o amico, quando anderai a teatro di prendervi anche per me un luogo vicino al tuo, acciocchè tu non ne ritorni più savio di me.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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