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      Il che vedendo gli antichi usavano molto delle divinazioni, e non tenevano in poco conto l’astrologia; ma non fabbricavano città, nè l’accerchiavano di mura, non facevano guerra, non toglievano moglie prima di consultarne gl’indovini. Nè gli oracoli erano per loro senza astrologia. In Delfo profeteggia una vergine, simbolo della vergine celeste: un dragone di sotto al tripode risponde, giacchè tra gli astri risplende anche il dragone: e l’oracolo d’Apollo Gemello mi pare detto così dai celesti Gemelli. Così sacra cosa parve loro la divinazione! Ed Ulisse quando fu stanco del suo lungo errare, e volendo sapere qualche certezza dei fatti suoi, discese nell’orco non per vedereLa gente morta e la region del pianto,
      ma per desiderio di ragionare con Tiresia. E poi che venne al luogo che Circe gli aveva disegnato, ed ebbe cavata la fossa, e sgozzate le pecore, essendovi accorse molte ombre desiderose di bere il sangue, fra le quali quella di sua madre, non permise a nessuna, neppure a sua madre, prima che non ne avesse gustato Tiresia, ed egli non lo avesse costretto a dirgli l’oracolo: e sostenne di vedere assetata anche l’ombra di sua madre. Ai Lacedemoni Licurgo ordinò la repubblica secondo la scienza celeste: e fece loro una legge di non uscire ad oste innanzi il plenilunio: perchè credeva non avesse eguale potenza la luna crescente e la mancante, e che ogni cosa fosse governata dalla luna. I soli Arcadi non accettarono questo, e spregiarono l’astrologia, dicendo nella loro stoltezza ed ignoranza che essi son nati prima della luna.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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