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      Colui che il primo guardò il maschio con gli stessi occhi che la femmina, fu o un tiranno violento, o un seduttore scellerato: un sol letto accolse un solo sesso: l’uno vedendo sè stesso nell’altro, non si vergognarono di ciò che facevano e pativano, ma seminando fra sterili sassi, come si dice, per picciol piacere scambiavano grande infamia. E tanto crebbe in costoro lo sfrenato e tirannico ardimento, che sin col ferro violarono natura; e togliendo ai maschi la parte maschile, trovarono una certa giunta al piacere. E quei miseri e sventurati, per essere lungamente fanciulli non rimangono più uomini, ma scuro enimma di due sessi, non serbandosi maschi come nacquero, non divenendo femmine. Quel fiore che in giovanezza durò un poco, s’avvizzisce in anticipata vecchiezza; mentre sono annoverati tra i fanciulli, sono già vecchi, senza essere stati mai uomini. Così la sozza lussuria maestra d’ogni male, escogitando piaceri disonesti l’uno dopo dell’altro, giunse sino a quel vizio che non si può neppure nominare onestamente; e così nessuna sporcizia fu sconosciuta. Se ciascuno si stesse nei termini che la Provvidenza ci ha assegnati, ci basterebbe l’usare con donne, e il mondo sarebbe puro di tutte queste vergogne. Infatti tra gli animali, che non possono col mal volere guastar alcuna cosa, la legge naturale serbasi incontaminata: il leone non s’innamora del leone, ma quando va in frega appetisce la leonessa: il toro, re della mandria, monta le vacche; ed il montone feconda tutta la greggia.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





Provvidenza