Pagina (310/538)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      L’altro Amore, padre dei tempi Ogigii, d’aspetto maestoso e santissimo, dispensatore di savi affetti, spira dolcissimo nella mente: e quando abbiamo il favore di questo Dio, abbracciamo il piacere misto alla virtù. Infatti dice il tragico: Con due spirti spira Amore: e dà un solo nome ad affetti dissimili tra loro. E pure anche il Pudore è un equivoco dio, che è utile e dannoso insieme.
      Pudore e giova all’uomo, e nuoce assai, —
      Nè la contesa è d’una specie; dueCe ne son su la terra: l’uom di senno
      Loderà l’una, darà biasmo all’altra.
      Entrambe ci tenzonano nel petto.
      Non è dunque cosa strana se una passione ebbe lo stesso nome d’una virtù, per modo che fu chiamato amore sì il lascivo piacere, che la savia benevolenza. E le nozze dunque, dirà taluno, son niente? Scacci le femmine dal mondo, e come ci dureremo noi uomini? — Saria una bella cosa se, come dice il savissimo Euripide, senza mescolarci con donne, andando nei templi e nei luoghi sacri con oro e con argento ci comperassimo figliuoli per aver successori:(88) ma la necessità ponendoci un grave giogo sul collo ci sforza ad ubbidire ai suoi comandi. Scegliamo adunque il bello con la ragione, e l’utile obbedisca alla necessità. Per far figliuoli, eh, ci stieno pur le donne; ma per altro, no; il cielo me ne scampi! Qual uomo di senno potrebbe sopportare una donna, che dal mattino s’abbellisce e rimbiondisce con tanti artifizi? il vero carattere di lei è la bruttezza, e gli ornamenti posticci nascondono la sconvenienza della natura.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





Amore Ogigii Dio Amore Pudore Euripide