Pagina (318/538)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Onde io vorrei essere, se fosse possibile, quel Teramene che fu detto il Coturno, per dar ragione e vittoria a tutti e due:(91) ma perchè voi non ve n’acchetereste, ed io quando sarem per mare non voglio più impacciarmi di queste faccende, vi dirò al presente ciò che mi pare giusto. Le nozze sono una cosa utilissima alla vita umana, ed una beatitudine quando riescono felici: l’amor dei fanciulli, quando è stretto dalle caste leggi dell’amicizia, io tengo sia opera della sola filosofia. Onde le nozze sieno per tutti; l’amor de’ fanciulli sia pe’ soli filosofi; chè nelle donne non esiste virtù perfetta. E tu, o Caricle, non avere a male se Atene ha sgarato Corinto.
      Così per un po’ di vergogna in quattro parole spippolata questa sentenza, mi rizzai. Caricle afflittissimo allungò il viso, e pareva come io l’avessi condannato a morte; l’ateniese lieto e raggiante in volto, camminava trionfante, come se avesse vinto i Persiani a Salamina. E c’ebbi il mio compenso per questa sentenza; chè egli ci diede un magnifico desinare per celebrar la sua vittoria essendo egli molto splendido. Io intanto a bassa voce davo un po’ di conforto a Caricle, lodandone la bella facondia, e dicendogli sempre che egli sostenendo la parte più difficile s’era portato assai bravo. La nostra dimora in Cnido, e i discorsi fatti nel sacro ricinto, che furono sì piacevoli ed istruttivi, ebbero questa conchiusione. E tu, o Teomnesto, che mi hai ridestate queste antiche memorie, se allora eri giudice tu, come avresti sentenziato?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





Teramene Coturno Caricle Atene Corinto Persiani Salamina Caricle Cnido Teomnesto