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      Teomnesto. E mi tieni sì sciocco e sì minchione, giuro agli Dei, che io voglia oppormi al tuo giusto giudicato? Con tanto diletto ho udito quei ragionari che mi pareva d’essere in Cnido, e quasi credevo che questa casetta fosse quel tempio. Nondimeno (giacchè si può dire ogni sproposito in giorno di festa, e la piacevolezza accresce l’allegrezza) quel discorso dell’amadore de’ fanciulli m’è paruto troppo severo; ne ho ammirata la gravità, sì, ma non credo che sia una cosa troppo piacevole, stare gl’interi giorni con un bel giovanotto, e patire le pene di Tantalo; e mentre la bellezza t’inonda per gli occhi, poter bere, e patir la sete. Non basta vedere l’amato garzone, nè sedergli dirimpetto e udirlo parlare: ma Amore va per una scala, di cui il primo gradino è la vista, e vuol vedere; e poi che ha rimirato, vuol avvicinarsi e toccare; e se anche tocca con le sole punte delle dita, scorre il piacere per tutto il corpo. Ottenuto questo agevolmente, segue la terza pruova del bacio, non di botto ma a poco a poco avvicinando le labbra alle labbra, appena toccarle e ritrarsi, per non lasciarvi orma di sospetto. Dipoi acconciandosi a cedere, col continuo abbracciare si ammollisce, e talvolta ancora rivolge leggermente la bocca: intanto le mani non istieno in ozio, chè anche il tastare sopra le vesti fa venire il piacere: ed insensibilmente ficcagli la mano destra nel seno, premi le mammelle che subito oltre il naturale si gonfiano; e per tutta l’ampiezza del ritondetto ventre percorri leggermente con le dita; di poi il fiore della prima lanugine.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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