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      Fidia le darà il contorno di tutta la faccia, la schiettezza delle guance, la simmetria del naso della sua Lennia; e la compostezza della bocca, ed il collo dell'Amazzone. Calamide l'adornerà della verecondia della sua Sosandra, e di quello stesso sorriso dignitoso e lieve: e le darà l'acconcezza e decenza delle vesti anche della Sosandra, se non che ella avrà scoperto il capo. E che statura le daremo? Quella della Venere di Cnido: ce ne darà la misura anche Prassitele. Che ti pare, o Polistrato? sarà bella l'immagine?
      Polistrato. E specialmente quando sarà compiuta al punto. Chè ancora manca, o amico mio, una bellezza alla tua statua, nella quale le hai adunate tutte.
      Licino. E quale?
      Polistrato. Non la più piccola, o amico; se pure non credi che conferisca poco alla formosità il colorito conveniente a ciascuna delle parti del corpo, sì che le nere sieno d'un bel nero, e così le bianche, e quelle che debbono essere rifiorite di vermiglio. Però forse manca ancora il meglio.
      Licino. E questo donde lo piglieremo? chiamerem forse i pittori, specialmente i più bravi nel temperare i colori, e dare il colorito? Sì, chiamiam Polignoto, ed Eufranore, ed Apelle, ed Aezione. Ma si spartiscano il lavoro: Eufranore colorisca la chioma, come quella che dipinse a Giunone; Polignoto le dia la bellezza delle sopracciglia, e l'incarnato delle gote, che diede a Cassandra nella stanza del conversare(96) in Delfo: e le faccia anch'egli la veste di sottilissimo lavoro, dove assettata, dove fluttuante.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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