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      Ma quando giungemmo dove la strada fa un bivio, i nemici che ritornavano ci sorprendono, e da lontano al lume della luna avendo subito riconosciuti i miseri prigionieri, corrono, m’afferrano per la cavezza, e dicono: Bella giovane, dove vai ad ora sì tarda? Uh, poveretta, e non hai paura degli spiriti? Via, vieni con noi: ti restituiremo noi a casa tua. Così le dicevano con riso sardonico: mi voltarono, e mi tiravano dietro. Io sentendo allora la ferita al piede zoppicavo; e quei: Ora se’ zoppo, che se’ stato preso: quando volevi scappare, eri sano allora, e più veloce d’un cavallo, e volavi. — E dopo queste parole veniva la mazza: e già io aveva un guidalesco alla groppa per tali avvertimenti.
      Tornati nuovamente a casa, trovammo la vecchia appesa alla rupe per una funicella; chè ella temendo de’ padroni per la fuga della donzella, s’era stretta una corda al collo ed impiccata. Essi ammirando la fedeltà della vecchia, la sciolsero, e la fecero andare a precipizio con tutta la fune: legarono la giovane dentro, e poi si messero a mangiare e bere a dilungo. E sul bere ragionavano tra loro della donzella. Diceva uno: E che faremo della fuggitiva? — Che ne vuoi fare? rispondeva un altro: la gitteremo appresso alla vecchia. Non è mancato per lei di toglierci quante ricchezze abbiamo, e scoprire tutto il traffico che noi facciamo. E sappiate, o compagni, che se ella fosse giunta a casa sua, neppure uno di noi saria rimasto vivo, saremmo stati acchiappati tutti quanti, i nemici ci sarieno piombati addosso.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





Bella