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      Onde vendichiamoci di questa nemica, ma non muoia così subito, dirupata: troviamo la morte più dolorosa, e più lunga, che ella senta lungo tempo il tormento, e poi muoia. — Si messero a cercare questa morte; ed uno disse: Sentite come io l’ho architettata, chè vi piacerà. Dobbiamo perderci l’asino, che è un poltrone, ed ora mi fa anche lo zoppo, e nella fuga della giovane ci ha avuta tutta la parte sua. Dimani dunque dopo che l’avremo scannato, sparato, e cavategli tutte le interiora, metteremo questa buona giovane dentro l’asino, col solo capo di fuori, acciocchè non si soffochi, e tutto il corpo nascosto dentro. Messa così, la cuciremo ben bene, e la getteremo agli avvoltoi, i quali ci faranno un pasto saporito. Pensate un po’, o compagni, alla terribilità del tormento: imprima lo stare chiusa in un asino morto: poi lo stare in tempo di state e sotto la fersa del sole a cuocersi nel giumento, e morir di fame a poco a poco, e non potersi neppure uccidere. Gli altri patimenti, il puzzo dell’asino imputridito, i vermi che l’assaliranno, non ve li dico. Infine gli avvoltoi profondando i becchi nell’asino, anche lei, e forse viva viva, stracceranno. — Tutti gridarono come fosse una cosa bellissima questo mostruoso trovato. Io mi rancurava che doveva essere scannato, e neppure morto giacere in pace, ma chiudere dentro di me la povera giovane, ed essere l’atauto(113) di quella innocente. Ma non era ancora l’alba, ed eccoti all’improvviso una mano di soldati, che piomba su quei ribaldi, li lega, e li mena al governatore della contrada.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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