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      Questo ti farà aver liti ed impacci: tutti sono insultati, tutti sono gettati a terra. E poco fa esso portando le legne ha veduto una donna per la campagna, e gettate le legne per terra, si ha messo quella donna sotto in mezzo la via e voleva coprirla: noi chi di qua chi di là siamo accorsi, ed abbiamo aiutato quella poverella, per non farla sfracellare sotto questo innamoratino. — Il padrone udendo questo, rispose: Giacchè non vuole camminare nè portar la soma, e quando vede donne o ragazzi va in fregola, uccidetelo: le interiora date ai cani, e serbate la carne ai lavoratori. E se si dimanda, come è morto? c’è subito la scusa del lupo. — Quello sporco ragazzaccio dell’asinaio tutto allegro voleva allora allora scannarmi; ma per sorte si trovò lì presente un contadino di quei dintorni, che mi scampò dalla morte con un espediente brutto assai. No, diss’egli, non uccidere un asino buono alla macina ed alla soma. Non ci vuol niente. Giacchè quando vede donne va in amore, piglialo, e castralo. Così gli passerà la foia, si farà quieto e grasso, e porterà soma grande e senza fatica. Se tu non sai fare questa medicina, tornerò io fra due o tre giorni qui, e col taglio te lo farò più manso d’un pecoro. Tutti quanti di casa lodarono il consiglio: Dice bene, dice bene. Io piangevo perchè tosto dovevo perdere nell’asino quel dell’uomo, e dicevo tra me di non volere più vivere se diventavo eunuco: onde mi deliberai di non mangiare più affatto, o precipitarmi dalla montagna, e morir dirupato, sì, ma col corpo sano e senza tagli.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





Giacchè