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      Ma far preghiere e onori al Fato, è come fare un buco nell’acqua: perchè io so che è impossibile alle stesse Parche di mutare punto e di rivolgere quel che da principio è destinato a ciascuno. L’immutabile Atropo non soffrirebbe che si rivolgesse il fuso, e si guastasse il lavorío di Cloto.
      Giove. Tu già, o Cinico, credi che neppure le Parche debbano essere onorate dagli uomini, e sei di quelli che fanno d’ogni erba fascio. Ma noi, se non per altro, perchè profetiamo e prediciamo i decreti delle Parche, meriteremmo pur qualche onore.
      Il Cinico. Egli è del tutto inutile, o Giove, conoscere il futuro che è impossibile evitare: salvo che tu non dica questo, che chi sapesse dover morire d’una punta di ferro, potrebbe sfuggire la morte guardandosi con ogni cura. Ma è impossibile: la Parca lo spingerà, lo farà andare a caccia, lo menerà incontro a quella punta, e Adrasto scaglierà il giavellotto contro il cinghiale, ma lo sfallirà, ed ucciderà il figliuolo di Creso, perchè l’inevitabile comando delle Parche portava il dardo contro il giovanetto. E l’oracolo di Laio non è egli ridicolo?
      Non seminar figliuoli: ai Numi spiace:
      Se prole avrai, ti ucciderà tuo figlio.
      Era soverchio l’avvertimento, mi pare, quando la cosa doveva essere necessariamente. In fatto con tutto questo oracolo egli seminò, ed il figliuolo l’uccise. E però io non vedo come pretendete di farvi pagar le profezie. Non dico poi che solete ingannare i gonzi con certe risposte infruscate, che dicono il si e il no, e non spiegano netto se chi valicherà l’Ali distruggerà il regno suo o quello di Ciro:(117) chè questo oracolo può avere l’uno e l’altro senso.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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