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      Mi vien detto ancora che molti di essi in parole mi fanno gli amici, ma in fatti non mi riceverebbero in casa loro, e mi chiuderebbono la porta in faccia s’io andassi a picchiarla; perchè da molto tempo l’Ingiustizia abita in casa loro.
      Giove. Non tutti sono cattivi, o figliuola: ti basterà se ne scontrerai alcuni buoni. Ma andate ora: affinchè qualche causa sia spedita oggi.
      Mercurio. Andiamo, o Giustizia, diritti verso il Sunio, un po’ sotto l’Imetto, a destra del Parneto, dove sono quelle due cime.(137) Oh, pare che tu hai già dimenticata la via. Ma perchè piangi, e t’affanni? Non temere: il mondo d’oggi è mutato. Son morti tutti quei Scironi, quei Piegapini,(138) quei Busiridi, quei Falaridi, che ti facevan tanta paura allora: oggi la Filosofia, l’Academia, e la Stoa tengono esse il campo; e in ogni parte tutti cercano te, parlan di te, e aspettano a bocca aperta che tu ritorni fra loro.
      La Giustizia. Deh, dimmi il vero, o Mercurio, perchè tu solo il puoi, che spesso usi con gli uomini, e ti trattieni nei ginnasii e nel foro (facendo tu l’avvocato, e il banditore nei parlamenti), quali sono divenuti? e posso io abitare con loro?
      Mercurio. Sì, per Giove: i’ sarei un birbante a non dirlo a te che mi sei sorella. Molti di essi han tratto non pochi vantaggi dalla filosofia, e, se non per altro, almen per rispetto dell’abito peccano meno: ma ne troverai di cattivi, a dirtela schietta, e alcuni mezzo savi e mezzo cattivi. Quando la filosofia li ha a mano, ella li tinge: quelli che s’imbevono e si saziano della tinta, riescono ottimi, d’un solo colore schietto, e sono dispostissimi a riceverti: quelli poi, ne’ quali per antiche macchie la tinta non è penetrata bene addentro, son migliori degli altri sì, ma imperfetti, un po’ bigerognoli, e picchiettati come la pelle del pardo.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Secondo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 538

   





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