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      E se qualcuno ti scontra per via, digli mirabilia di te, lodati e vantati da fargli increscere di te buonamente: Chi era il vostro Peaneo(22) a petto a me? e chi degli antichi può starmi a paragone? e cotali altre iattanze. Ma il meglio ed il più necessario per divenir famoso, quasi quasi me lo scordavo: disprezza tutti i dicitori, e se uno parla bene: Oh, ei pare che sfoggia dell’altrui non del suo; se si porta mediocre: Vah, non ci è di buono niente. Dove si recita qualche discorso, tu entra ultimo di tutti per farti distinguere; e mentre tutti tacciono tu appiccavi una lode sperticata da rivolgere l’attenzione dei presenti, e conturbarli, sì che a tutti venga la nausea per le parole spropositate, e si turino gli orecchi. Non battere spesso le mani, che è bassezza; nè ti rizzare, se non due o tre volte al più; sorridi spesso; e fa’ vista che non ti quadra ciò che si dice: calunniatore che ascolta trova mille appiccagnoli. Per tutt’altro devi star di buon animo: chè l’audacia, l’impudenza, la bugia pronta, il giuramento sempre a fior di labbra, l’invidia contro di tutti, l’odio, la maldicenza, le calunnie verisimili ti renderanno celebre in poco tempo e famoso. Questo in pubblico: in privato poi ti è lecito fare ogni cosa, giocare a dadi, imbriacarti, sporcizie, adulterii; o vantartene se non ne hai fatte, e parlarne con tutti, e mostrar letterine come scritte da donne. Chè devi fare il bello, e dare a credere che le donne
      sono spasimate di te; e così dirassi che la tua Rettorica ha questa virtù di farti conoscere sin nei quartieri delle donne.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Peaneo Vah Rettorica