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      L’edifizio poi proporzionato alla grandezza del luogo, di struttura conveniente ed elegante, con finestre ragionevoli. Il vestibolo alto, con innanzi le scalee larghe, e piuttosto basse, e comode a montarvi. Entrandovi si trova una sala comune ben grande, dove possono stare comodamente servitori e donzelli; e a destra alcune stanzette destinate al piacere, convenientissime ad un bagno, graziosi ricessi e splendienti di molta luce. Poi viene un’altra sala, che saria soverchia per chi va a lavarsi, ma è necessaria per accogliere i ricchi signori. Appresso a questa, di qua e di là camerini per ispogliarsi, e in mezzo un salone altissimo, luminosissimo, con tre piscine d’acqua fredda, ornato di pietra laconica, con due statue di marmo bianco e d’antico lavoro rappresentanti Igea ed Esculapio. Andando innanzi ti accoglie una sala di piacevole tepore, e non di quel molesto calore che t’investe di botto, lunga ed ovale; e a destra di questa una stanza molto allegra, dove ti puoi ungere piacevolmente, e che ha due usci ornati di marmo frigio, uno di qua, ed uno di là per dove entrano quei che vengono dalla palestra. Dopo questa è un’altra sala, la più bella di tutte le sale, dilettosissima per istarvi e sedervi, e vi puoi dimorare senza nocumento, e voltolarti comodissimamente, ed è tutta splendida di marmo frigio sino alla soffitta. Poi s’entra in un corridoio caldo, incrostato di marmo di Numidia: nel quale è una stanza bellissima, piena di luce, e fiorita come porpora: e questa ha tre vasche di acqua calda.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Igea Esculapio Numidia