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      e quell’altro:
      Misero me! persi una buona donna,
      che fu scritto proprio su la tavoletta; e l’altro:
      Gli uomini sciocchi illudono sè stessi.
      Questo parrebbe che Dionisio l’avesse scritto proprio per te, e per questo verso conveniva indorare quella tavoletta. Ma che speri tu dai libri, che sempre li svolgi, e incolli le carte, e ritagli, ed ungi di croco e di cedro, e li avvolgi in pergamena, e vi apponi i tasselli, come se ne cavassi qualche pro? Infatti sei diventato molto migliore per questa compera, e parli di tali cose.... oh! tu sei più muto dei pesci, e vivi in modo che non dire è bello, e tutti ti hanno in odio mortale per le tue sozzure: sicchè se i libri rendessero gli uomini come te, sarìa da fuggirli quanto più si può lontano. Due sono le cose che si acquistano dalle opere antiche, il poter ben ragionare, e bene operare, imitando gli ottimi esempi, e fuggendo i cattivi; quando nè questa utilità nè quella uno cava da esse, che altro egli fa che comperar occupazioni ai topi, case alle tignuole, e mazzate ai servi che non vi badano?
      E non è un’altra vergogna, se uno vedendo che tu hai un libro in mano (e sempre devi averne uno) ti dimanda: è un oratore, uno storico, un poeta? tu che conosci il frontespizio, civilmente rispondi, è questo: poi, come suole avvenire ragionando che una parola tira un’altra, quegli loda o biasima il tale o tal luogo, tu ti smarrisci e non sai che dire; e non vorresti che ti si aprisse la terra, perchè tu stesso, come Bellerofonte, porti il libro che ti accusa?


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Dionisio Bellerofonte