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      Nè temon che le complici tenébre
      E le pareti della casa alfine
      Non mandino una voce.(46)
      Ma se pur sei deliberato di rimanere in cotesta pazzia, va, compra libri, tienili chiusi in casa, e goditi la gloria di possederli: ma ti basti questo, e non toccarli mai, nè leggerli, nè sommettere alla tua lingua le antiche prose e poesie, che non ti han fatto alcun male.
      So bene che queste sono parole al vento, e che io pretendo di addirizzar le gambe ai cani; perchè tu ne comprerai, e non ne userai per niente, e sarai schernito dai dotti, i quali vogliono trarre utile non dalla formosità dei libri e dal loro prezzo, ma dalla lingua e dai concetti delle scritture. Tu credi di rimediare alla tua ignoranza, e di nasconderla con queste mostre che fai, e di abbagliare con la gran quantità de’ libri, e non sai che i medici più ignoranti fanno come fai tu, hanno scatoline d’avorio, ventose d’argento, lancette ornate d’oro, e quando debbono adoperarle, non sanno neppur tenerle in mano. Uno poi che sa l’arte si fa innanzi con una lancetta ben aguzza, benchè arrugginita, e libera dal dolore l’ammalato. Ma per assomigliare il fatto tuo ad una cosa più ridicola, guarda i barbieri, e vedi, quelli che sanno fare l’arte hanno pettini, rasoi, e specchio ragionevoli; gl’ignoranti e gli sciocchi mettono in mostra moltissimi rasoi e grandissimi specchi, nè per questo non si sa che essi non conoscono l’arte; anzi accade loro una cosa da ridere, che la gente si fa tondere ad un barbiere vicino, e va innanzi allo specchio loro per racconciarsi i capelli.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448