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      E di più avere un bacio da te? un dio me ne scampi! Meglio da un aspide o da una vipera, chè almeno non c’è altro pericolo che il morso, ed il dolore; e chiami un medico, e ti sana: ma dopo il tuo bacio e il tuo veleno, chi può accostarsi a sacrifizi ed altari? quale dio ne ascolterà più le preghiere? quanti lavacri, quanti fiumi bisognano? Ed essendo tale tu ridi delle parole altrui, tu che fai opere tali e tante? Eppure se io non conoscessi che significa infausto, mi vergognerei piuttosto, non negherei di averlo detto:(58) ma tu da nessuno di noi fosti biasimato quando dicevi strepiparlanti, vitasbrigliati, verbipesare, ateniesizzo, fiorpotere, sfombolatare, maniscagliatare. Va che Mercurio ti possa sprofondare con tutte coteste maladette parole. In quai libri le hai trovate? forse l’hai scavate in qualche meschino poeta gettato in un canto e pieno di tignuole e di ragnateli; o pure nelle Memorie di Filenida, che tieni tra mani, come libro degno di te e della tua bocca.
      Ma giacchè ho mentovato della bocca, che risponderesti, se la tua lingua ti accusasse (pognamo questo caso) dell’oltraggio, o almen della contumelia che le fai? dicendo; Io, o ingrato, mentre eri povero, meschino, e senza aver che mangiare, io ti aiutai, e prima ti feci applaudir nei teatri, e comparire ora Nino, ora Antioco, e indi a poco Achille: dipoi insegnando i fanciulli a sillabare per lungo tempo ti procacciai da vivere; ed ora recitando discorsi altrui ti ho fatto parer sofista, e ti ho appiccato addosso un nome che non ti appartiene affatto.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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