Pagina (217/448)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fosse accaduto così anche a te? - No, Lena mia, rispos’ella; io son nata come tutte voi, ma l’inclinazione, il desiderio, e tutto il resto in me è d’uomo. - Ed io: E ti basta il desiderio? Risposemi: Statti, o Lena, se non credi, e saprai che non sono da meno degli uomini: ho un altro strumento che fa lo stesso giuoco: statti, che vedrai. - Mi stetti, o Clonetta, per tante preghiere che mi fece, e mi regalò una bella collana, e un paio di camice fine. Io l’abbracciai come fosse un uomo, ed ella mi baciava, e faceva, e anelava, e mi pareva si struggesse del piacere.
      Clonetta. Che faceva, o Lena, e in qual maniera? chè questo proprio mi dei dire.
      Lena. Non mi fare tante dimande: è una vergogna: ed io, per la Venere Celeste, non dirò niente più.
     
     
     
      6.
      Ciuffetta e Corinna.
     
      Ciuffetta. O Corinna, e’ non era quel gran male che tu credevi di vergine diventar donna: l’hai veduto già, che ti se’ stata con un bel giovanotto, e m’hai portata la prima volta una mina, della quale ti compererò subito una collana.
      Corinna. Sì, o mammuccia mia. Ma con le pietre rosse e lucenti, ve’, come quella di Filenida.
      Ciuffetta. Così sarà. Ma odimi che ti vo’ dire un’altra cosa; che devi fare, e come comportarti con gli uomini. Noi non abbiamo altro rifugio per vivere, o figliuola mia. Son due anni da che è morto la buona memoria di tuo padre, e ti ricordi come siamo vissute? Quando viveva egli, non ci mancava niente: faceva il fabbro, e aveva un nome grande nel Pireo, e tutti dicono ancora che dopo Filino non ci verrà un altro fabbro come lui.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Lena Statti Lena Clonetta Lena Venere Celeste Corinna Corinna Filenida Pireo Filino