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      Di Deucalione ho udito in Grecia il racconto che i Greci ne fanno. La favola è questa. Questa generazione di uomini che sono al presente non furono prima, ma quella generazione tutti perirono: questi sono della generazione seconda, che di nuovo dopo Deucalione crebbe in tanta moltitudine. Di quelli si narra che essendo violenti, facevano opere ingiuste, non serbavano giuramenti, non accoglievano forestieri, non si movevano per preghiere, e però venne loro una grande calamità. Subito la terra riversò molte acque, caddero grandi pioggie, i fiumi gonfiarono, e il mare si levò di molto, sicchè tutto fu acqua, e tutti perirono. Deucalione solo degli uomini fu lasciato per la seconda generazione, a causa del suo senno e della sua pietà: ed ei si salvò a questo modo. In una grande Arca che aveva, imbarcati i figliuoli e le donne sue, entrò anch’egli. Entrato lui, vennero cinghiali, cavalli, leoni di varie specie, e serpenti, e gli altri animali che pascono su la terra, tutti a coppia: egli tutti li accoglieva, e quelli non facevano a lui male, ed erano per divino volere in grande amicizia tra loro. Così tutti in una arca andarono galleggiando, finchè l’acqua dominò su la terra. E questo raccontano i Greci intorno a Deucalione. In conseguenza di questo raccontano, quelli della città Sagra una cosa di gran maraviglia; che nel loro paese si aprì una gran voragine, e tutta l’acqua vi si precipitò; che dipoi Deucalione rizzò altari, e sopra la voragine edificò un tempio sacro a Giunone.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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