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      E di questo, per quanto ho udito a dire, si attribuisce la cagione anche a Combabo; perchè gli accadde questo fatto. Una donna forestiera venuta alla festa vedendolo ed ancora in veste maschile, se ne innamorò perdutamente; ma dipoi saputo che egli era eunuco, s’ammazzò. Onde Combabo afflitto che per essere amato gl’intervenivano tanti guai, si messe vesti femminili, acciocchè qualche altra donna non s’ingannasse allo stesso modo. E per questa cagione i Galli portano la stola femminile. E basti quanto ho detto di Combabo. Dei Galli poi parlerò più innanzi, e del modo onde si fanno il taglio, e come sono sepolti, e per quale cagione non entrano nel sagrato: ma prima voglio parlare del sito e della grandezza del tempio, e dirò tutto puntualmente.
      Il luogo dove è costruito il tempio è un poggio che sorge nel mezzo della città, ed è ricinto di due mura. Di queste mura uno è vecchio, l’altro non è molto più antico de’ tempi nostri. L’atrio del tempio è rivolto a borea, grande circa cento cubiti. In questo atrio stanno i falli, postivi da Bacco, i quali hanno un’altezza di trecento cubiti. Sovra uno di questi falli due volte l’anno monta un uomo, e rimane in cima al fallo per lo spazio di sette giorni. La cagione del salire dicesi questa. Il volgo crede che a quell’altezza quei conversa con gl’iddii, e prega bene per tutta la Siria, e gli dii da vicino odono le preghiere. Altri stimano che questo si faccia per Deucalione, in memoria di quella calamità, quando gli uomini salivano su i monti e su gli alberi più alti, spauriti alle molte acque.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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