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      Innanzi a me più di trecento vennero al sacrifizio. Il loro vestimento è tutto bianco, ed hanno un cappello in capo. Il gran sacerdote è rinnovellato ogni anno, ed egli solo è vestito di porpora, e porta una tiara d’oro. Evvi poi una gran moltitudine di persone addette al culto sacro, di flautisti, zufolatori, galli, e donne pazze e fanatiche. Due volte al giorno si fa un sacrifizio, al quale tutti convengono. A Giove si sacrifica in silenzio, senza cantare nè sonare: ma quando si fa sacrifizio a Giunone, e cantano, e suonano, e picchiano i timpani. E intorno a questo non mi potettero dir nulla di certo.
      V’è anche un lago non molto lontano dal tempio, ed in esso sono nutriti pesci sacri, che sono molti e di svariati colori. Ce ne ha di assai grandi, e questi hanno nomi, e chiamati vengono su: e ne vidi uno che era ornato d’oro, aveva un arnese d’oro alla pinna: io lo riguardai più volte, ed aveva quell’arnese. Il lago è profondo assai. Io non l’ho scandagliato, ma dicono che è più di dugento cubiti. Nel mezzo v’è un’ara di pietra: a prima vista ti pare che essa galleggi e si mova con l’acqua, e molti così credono. Io poi credo che sotto ci stia un gran pilastro che sostiene l’ara: la quale ha sempre corone, e vi ardono profumi. Molti per voto ci vanno ogni giorno a nuoto, e vi portano corone. Quivi si fanno processioni grandissime che si chiamano discese al lago perchè tutte le sacre immagini discendono nel lago; fra le quali Giunone giunge la prima per cagione de’ pesci, acciocchè non li veda prima Giove: chè se questo avvenisse, dicono che tutti morrebbero.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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