Pagina (334/448)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Epperò le colombe abitano con loro, ed entrano nelle stanze, e van pascolando per terra.
      Ora dirò quel che fanno coloro che vengono alla festa. Quand’uno giunge nella città Sagra, prima si rade i capelli e le sopracciglia; poi immolata una pecora, ne fa le carni in pezzi, e ci banchetta. Stende a terra il vello, sovr’esso s’inginocchia, e si mette sul capo suo il capo ed i piedi della pecora; poi fa suo voto, e prega sia accetto il presente sacrifizio, e ne promette uno maggiore in appresso. Compiuta questa cerimonia, si corona il capo, e incorona quanti sono venuti con lui. Quando esce di casa sua per tutto il viaggio usa di acqua fresca per lavanda e per bevanda, e sempre giace a terra, chè non gli è lecito di toccar letto prima di aver fornito il pellegrinaggio, e di essere tornato a casa. Nella città Sagra è ricevuto da un ospite, che ei non conosce; perchè quivi sono stabiliti ospiti per ciascuna città, e accolgono in casa quelli d’uno stesso paese. Questi dagli Assiri sono chiamati maestri, perchè insegnano ogni cosa ai forestieri. Fanno il sacrifizio non nel tempio; ma quando uno ha presentata la vittima all’ara, e fatte le libazioni, la rimena viva a casa, e quivi fa il sacrifizio e le preghiere. Usano ancora un’altra maniera di sacrifizio, ed è questa: coronano le vittime consacrate, e le gettano giù dal vestibolo: e quelle cadono e muoiono. Alcuni vi gettano i loro figliuoli, non come fanno le bestie, ma messili in una bisaccia, li spingono con mano, e in così fare dicono per loro istrazio che non sono loro figliuoli, ma bovi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





Sagra Sagra Assiri