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      E se quei morì mentre Demostene era ancora fanciullo, l’orfanezza non deve reputarsi una sventura, ma un argomento di gloria, perchè svelò la nobiltà della sua indole. Di Omero quale fu l’educazione e gli studi non sappiamo dalla storia, e per tesserne le lodi dobbiamo subito porre mano alla stessa opera sua, non avendo materia per dire come fu allevato, ed esercitato, ed ammaestrato: e non posso neppure ricorrere al lauro d’Esiodo, che ispira versi spontanei anche ai pastori. Ma tu qui puoi parlar molto di Callistrato,(131) ed hai uno splendido catalogo di nomi, Alcidamante, Isocrate, Iseo, Eubulide. Essendo in Atene mille piaceri che attirano i giovani anche frenati dalla patria potestà, essendo l’età giovanile facile a sdrucciolar nei diletti, ed avendo egli ogni licenza di scapricciarsi per la trascuraggine de’ suoi tutori, non ebbe altro amore che quello della filosofia e della virtù politica, e questo amore lo condusse alle porte non di Frine, ma di Aristotele, di Teofrasto, di Senocrate, di Platone. In questo punto, o amico mio, puoi filosofare e dire che gli uomini stanno tra due correnti di amore, l’una d’un certo amore marino, vaga, fiera, fluttuante nell’anima, marea di Venere volgare, dove ondeggia la gioventù impetuosa, cosa tutta marina; e l’altra corrente di amore celeste, attraimento di catena d’oro, che non porta insanabili dolori per ferite di fuoco o di saetta, ma alla pura e schietta idea della bellezza spinge con certo sennato furore quelle anime che sono


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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