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      ... ma lascio dirlo a te, se t’appigli a questa. Se poi ti volgi alle virtù dell’animo ed alle pubbliche imprese, ti basta scegliere una qualunque per ragionarne: o pure due o tre al più, se vuoi aver materia più abbondante; chè tutte quante sono splendidissime. E noi, lodando non il tutto ma una parte, seguitiamo l’esempio di Omero che loda gli eroi da una delle parti del corpo, dai piedi, dal capo, dalla chioma, o dagli ornamenti che portano e dagli scudi; e gli Dei stessi non ebbero a male di essere celebrati dai poeti per la conocchia, per le saette, per l’egida, non che le parti del corpo e dell’animo. Pei benefizi poi non è possibile narrarli tutti. Dunque neppure Demostene si dispiacerà di essere lodato per un solo de’ suoi pregi; chè per tutti neppure egli basterebbe a lodare sè stesso.
      Mentre Tersagora così parlava, io gli dissi:
      Licino. Credo che tu per volermi dimostrare che non sei solo un valente poeta, ti sei allargato a parlar di Demostene, paragonando la prosa alla poesia.
      Tersagora. Anzi per mostrarti la facilità dell’opera tua, mi sono spinto a tracciarti uno schizzo del discorso, affinchè tu avendoci un po’ d’aiuto, volessi ascoltarmi.
      Licino. Sappi che non hai fatto alcun pro. E bada che non hai fatto peggio, e cresciuta la difficoltà.
      Tersagora. Saria un bel rimedio, a quanto tu dici.
      Licino. Perchè tu non sai la difficoltà mia presente; e a guisa di medico che non conosce la parte malata, ne curi un’altra.
      Tersagora. E come mai?
      Licino. Tu hai voluto rimediare a difficoltà che impaccerebbero uno che si mette la prima volta ad un discorso di questi; ma le sono già svanite da anni assai.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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