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      Licino. Anche.
      Il Cinico. E perchè abbiam bisogno di ricoprirci? non è per star meglio?
      Licino. Mi pare.
      Il Cinico. E ti pare che io stia peggio con questi piedi?
      Licino. Non so.
      Il Cinico. Te lo farò sapere io: qual’è l’uffizio dei piedi?
      Licino. Camminare.
      Il Cinico. E ti pare che i piedi miei camminano peggio di quelli degli altri?
      Licino. Questo no.
      Il Cinico. Dunque non istanno peggio, se non adempiono peggio all’uffizio loro.
      Licino. Giusto.
      Il Cinico. E non pare che i piedi miei sieno fatti peggio di quelli degli altri.
      Licino. Non pare.
      Il Cinico. E che? ed il mio corpo sta forse peggio degli altri? Se stesse peggio saria più debole, perchè la forza è la virtù del corpo. Ora è debole il mio?
      Licino. Pare di no.
      Il Cinico. Dunque nè i piedi miei hanno bisogno di star coverti, nè le altre parti del mio corpo: se n’avesser bisogno, starebbero male: perchè il bisogno è sempre un male, e rende peggiori le cose cui s’attacca. Nè pare che il corpo mio si nutrisca peggio, perchè si nutrisce di cibi così a caso.
      Licino. Si vede.
      Il Cinico. Nè sarebbe sano se si nutrisse male: perchè il cattivo nutrimento nuoce ai corpi.
      Licino. Così è.
      Il Cinico. Se dunque convieni meco su questi punti, perchè mi biasimi, disprezzi il mio modo di vivere, e mi dici misero?
      Licino. Perchè la natura, che tu onori, e gli Dei avendo fatta la terra per gli uomini, e facendo nascer da essa molte e belle cose, affinchè noi avessimo non pure il necessario ma eziandio il piacevole, tu di tutte queste cose o della maggior parte di esso, sei privo, o non ne partecipi più che le bestie: perchè bevi acqua come le bestie, mangi ciò che trovi come i cani; dormi sovra un canile; un po’ di paglia ti basta per letto; e porti un mantello che non staria bene neppure a un mendico.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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