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      Se contentandoti di questo ti pare d’esser savio, Dio è stato sciocco quando diede la lana alle pecore, il dolce vino alle viti, quando ci diede sì mirabili varietà di condimenti, e l’olio, e il mele, ed altri, per farci avere cibi svariati, dolci bevande, comodità, soffice letto, bella casa, e tutte le altre cose mirabilmente preparate per noi: perocchè anche le opere delle arti sono doni degli Dei. Chi vive privo di tutti questi beni è misero, benchè ne sia privato da altri, come chi è in carcere: ma molto più misero è chi se ne priva da sè, anzi egli è pazzo del tutto.
      Il Cinico. Forse hai ragione. Ma dimmi un po’: se un uomo ricco magnifico e liberale convitasse moltissime genti, e forestieri d’ogni paese, ed ammalati e sani, ed essendo apparecchiata gran copia di diverse vivande, uno de’ convitati arraffasse tutto, e mangiasse tutto non pure le vivande vicine, ma le lontane e apparecchiate per gli ammalati, egli che è sano, ed ha un solo ventre, e può nutrirsi di poco, e crepare pel troppo; quale ti parrebbe costui? forse uomo savio?
      Licino. No certamente.
      Il Cinico. Forse moderato?
      Licino. Neppure.
      Il Cinico. E se per contrario un altro convivante senza curarsi dei molti e vari cibi che sono su la mensa, scegliendone uno che gli è vicino e basta al suo bisogno, ne mangiasse moderatamente, senza toccare e neppur riguardare gli altri, non credi tu più moderato costui e migliore di quello?
      Licino. Io sì.
      Il Cinico. Intendi adunque, o debbo spiegarmi?
      Licino. Che cosa?
      Il Cinico.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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