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      E di più i cibi forestieri ricercati con tante fatiche non nutriscono meglio, anzi rovinano i corpi, e vi cagionano molte malattie. Che dire poi di quante cose gli uomini fanno e patiscono per i piaceri d’amore? Eppure è così facile soddisfare a questa passione, quando non si vuole delicatezze! E neppure in questa si contentano gli uomini di mostrare la loro pazzia e corruzione, ma stravolgono l’uso per cui naturalmente son fatte le cose, come colui che in vece di carro usa di un letto come se fosse carro.
      Licino. E chi è costui?
      Il Cinico. Voi, che usate degli uomini come di giumenti, che fate loro portar sul collo quei letti a guisa di carri, sovra i quali voi mollemente sdraiati e con le redini in mano, menate gli uomini come i muli, facendoli volgere or di qua or di là; e chi più mena di questa pompa, più vi pare beato. E coloro che usano delle carni degli animali non pure per cibarsene ma per tingere, come fanno i tintori in porpora, non abusano essi delle cose che Dio fece ad altro uso?
      Licino. Oh no per Giove! perchè la carne della porpora è buona a mangiare ed a tingere.
      Il Cinico. Ma non fu fatta a quest’uso: così si potria sforzare allo stesso uso una tazza ed una pentola, che sono fatte per usi diversi. Ma chi potria discorrere di tutte le stoltezze, che sono tante? E tu mi biasimi perchè io non voglio parteciparne, e vivo come quel convivante moderato, contento di ciò che ho innanzi, usando di cibi semplicissimi, non curandomi degli svariati e dei forestieri. Se ti pare che io vivo come le bestie perchè ho pochi bisogni e pochi desiderii, v’è pericolo che gli Dei sieno peggiori delle bestie, secondo che tu ragioni, perchè non hanno bisogni affatto.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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