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      Che voi non montate sovra un solo cavallo, ma or sovra questo or sovra quello, e tutti furiosi i quali vi portano a precipitare in un abisso, dove non v’accorgete di cadere, sì vi cadete. Questo mantello che voi deridete, questa capigliatura, e questo mio aspetto hanno la virtù di farmi vivere quieto, fare ciò che voglio, conversare con chi voglio: nessuno uomo stolto o ignorante vuole avvicinarsi a me; gli effeminati, come mi vedono pur da lontano, scantonano: solamente mi si avvicinano gli uomini sennati e dabbene ed amanti di virtù; e con questi mi piace di conversare. Alle porte dei vostri grandi io non vado: le corone d’oro e la porpora son fumo agli occhi miei, ed io mi rido di questi sciocchi. Per conoscere poi che questo mio aspetto è conveniente non solo agli uomini dabbene ma agli Dei, e poi per riderne a tua posta, riguarda le statue degli Dei; a chi somigliano, a voi o a me? E non solo nei templi de’ Greci, ma va a riguardare nei templi dei barbari; gli Dei hanno barba e capelli come me, o nelle pitture e nelle sculture son tonduti e rasi come voi? Ne vedrai anche molti senza tunica, come me. E dunque ardirai più di dire che questo mio aspetto è brutto, quando sta bene anche agli Dei?
     
     
     
     
      LXXV.
      Il Pseudosofista non è tradotto. Vedi nel discorso proemiale le ragioni perchè si è lasciato.
     
     
      LXXVI.
      L’AMICO DELLA PATRIA,
      OL’INIZIATO.(147)
     
     
      Triefonte, Crizia e Cleolao.
     
      Triefonte. Che è questo, o Crizia? Tu sei tutto mutato. Con le ciglia aggrottate, solo e pensoso vai di su e di giù, come un avaro di giallor tinto le gote, al dir del poeta.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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