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      Eschine rinfacciava a Demostene che era nato di madre barbara. Ma parlare così sia di Filippo sia di Demostene, si può comportare solamente ad un parassito.
      7 Socrate combattè a Potidea, dove salvò Alcibiade, ad Anfipoli, a Delio. A Delio contro i Tebani; ad Anfipoli e Potidea contro gli Spartani. Qui pare s’alluda ad una di queste due ultime battaglie.
      8 Per contrario Tucidide dice di Armodio ciò che Luciano qui dice di Aristogitone. Vedi Tuc., lib. 6.
      9 Botta ad Apollonio di Rodi, il quale fu chiamato da Antonino a Roma per ammaestrare Marco Aurelio. Giunto in Roma, non andò dall’imperatore, dicendo che lo scolare deve andar dal maestro, non questi dallo scolare. Rise Antonino, e rispose: Apollonio crede più lunga la via dalla sua casa a palazzo, che da Calcide a Roma? E gli mandò Marco Aurelio.
      10 Socrate morì di cicuta, Empedocle si gettò nell’Etna, Epicuro morì di mal di pietra, come dice Diogene Laerzio, ed altri parecchi filosofi finirono in esilio.
      11 La fine di questo dialogo non si può tradurre alla lettera: io l’ho raffazzonata alla meglio sino alle parole di Tichiade: mi hai convinto, ec.
      12 Anacarsi come Scita, non sapeva che costui non era Arconte, ma un Agonoteta, o sovrintendente de’ giuochi.
      13 Il testo ha autochthonas autoctoni. È una botta risposta che Anacarsi dà a Solone ed agli Ateniesi, i quali si dicevano nobilissimi, gegeneis, figliuoli della terra.
      14 Areiou pagos, significa colle di Marte. Questo Senato, più antico di Solone, era composto di soli cittadini già stati arconti, si radunava ogni mese per tre giorni innanzi l’ultimo giorno reputato infausto, giudicava degli omicidii premeditati o commessi tra parenti, vigilava su la condotta pubblica e privata de’ cittadini, e in parte aveva uffizio di censore e di giudice.


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Opere di Luciano voltate in italiano da Luigi Settembrini
Volume Terzo
di Lucianus
Edizione Le Monnier Firenze
1862 pagine 448

   





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