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      - ti posso porgere racchiuso, in un solo blocco di carta di qualche sedicesimo, il panorama generale e particolare che mi si è dipinto dentro il mio cervello a riguardare, ora in sintesi, ora in analisi, le multiple attività ed i loro risultati di Gabriele D'Annunzio, senza tener minimamente calcolo di quanto possa essere la visione d'altrui ed il quadro relativo che ne ha dipinto.
      E subito, sento rimproverarmi da un saputo con cui spesso concordo «Oggi(1) si trovano forse più antidannunziani che dannunziani: e fanno più schifo quelli di questi». Gli è che il Borgese è tal critico da dire le perfette verità in modo da irritare anche coloro che gli danno ragione, mascherando con una lepida e maliziosa indifferenza, anche la sua passione; mentr'io, pur sopportando la disgrazia di fargli schifo, continuerò ad elogiarlo ed a professarmi antidannunziano: prova ne è il titolo di questo libretto, riproposto dalla mia coerenza, dalla mia sincerità, dalla mia probità; giacchè son queste sole mie virtù - o superstizioni - quelle che ne informarono le pagine. - «Male accorto! Carta, inchiostro, tipografia, tempo, ingegnaccio e coltura sprecati». Mi urli al fianco, Tizio: e mi sermoni a senno: «Svolta il sentiero sdrucciolevole; non vedi ch'Egli fa peso nelle questioni internazionali ed è il più vero e reale patriota, il più grande poeta, il miglior educatore? Ecco, che certo professore oscillante tra l'arteriosclorosi e la paralisi va pubblicando un lessico delle voci d'annunziane, come Egli ci avesse aumentato il vocabolario di nuove italianissime voci; come già l'Ariosto, a cui il Gerolamo Ruscelli(2) aggiunse nel 1556, la prima volta, in calce ad una edizione dell'Orlando Furioso un Vocabolario di tutte le parole che sono nel «Furioso» le quali potessero essere oscure a quei che non sanno lettere latine o toscane.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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