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      E viene la Donna formidabile: è appunto madonna Retorica. Si è fatta acconciatura ed abiti d'ogni sorta di rigatteria, un trono d'ogni mobiglio smesso, claudicante, sdorato, tarlato; ha con sè tutto che è vecchio senza essere antico, nuovissimo senza essere originale e personale. Vien fuori con una toga, che sembra una stoletta ricamata per la processione del Corpus Domini; con una pretesta, che è gallone medioevale trapuntato dalle Canossiane; con un lauro, che è latta dipinta in verde e bacche rosse di conteria; con un coturno, che è uno stivaletto del calzaturificio varesino. Con tutto ciò è seminuda come una cocotte dopo cena; e perciò dicesi Musa - Gabriellina. Essa fu già all'angolo di un quadrivio infestato dalla frequenza cosmopolita; la quale ha in lei lasciato traccia d'avarie. Si vende, accetta; ricambia lue e vizii internazionali, e vorrebbe, col concedersi a' suoi concittadini, inquinarli in modo inguaribile. Alla larga, Tizio, se ti pare, da questi abbracci, che ti avvelenano il sangue e ti pregiudicano la genitura!
      Dopo quella scalmana, mi son ben premunito; niente cappelli piumati, niente sete e volanti, che sciaquano al passo come una peota sulla laguna a dieci remi; io venni ad amare la bella dignità, la sana bellezza, la fresca e giovane costanza del mio paese, proprio questa, la lariana, dove nacquero i miei, che fecero assai, dov'io son tornato, racchiusa la stirpe, a morirvi. No; ho dunque lasciato la grande(3) arte di tutti a tutti, e mi son accontentato di volere la mia Arte per me: e mi pareva anche da galantuomo dire alli altri, che mi assomigliavano, risparmiando a loro la fatica e le difficoltà dei principii: «Sentite; siate voi stessi; ed, anche se mi volete bene, cercate di non seguirmi». Ciò che torno a ripetere qui.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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