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      Il suo esito segnerà; secondo le mie previsioni di consumato bookmaker della letteratura recentissima e remotissima, l'avvento del lucianesimo». Un'altra, a mio parere, malattia violenta, se non di consunzione; però che que' microbi che la producono in me mi sono benigni, non solo, ma necessarii, essendone io mitridaticamente immunizzato: ma sarebbero, inoculati nelli altrui organismi - dei quali non rispondo - mortali, credo; ed io non pretendo alla virtù di Canidia e della Brinvilliers.
      2. Indi, mi suase vicino la voce di velluto, espressione del suo cuore fragrante e sentimentale, d'Innocenzo Cappa, che mi vuol troppo bene e può osare una iperbole, che la mia, superbia ben accetta col suo augurio vittorioso: «È un'(VI)anima vulcanica fatta di sul Foscolo e sul Carducci. Dal Carducci l'odio, dal Foscolo il dolore e la solitudine. Offro agli italiani il caso spasmodico della sua letteratura, come un sintomo di vita nazionale. Possa la patria meritare che qualcuno si plasmi serenamente su questo aristocratico alunno di Stendhal. Tra gli Arlecchini e i Pulcinella della nostra letteratura sarebbero nati nuovi Bajardi».
      Ma già aveva, più in su, anch'egli disegnato il campo chiuso, partito il sole e l'ombra, assicurato il terreno, chiamato spettatori al singolare cimento: «Io(6) penso spesso che Gabriele D'Annunzio è il tipo del mentitore eroico. Or bene; Gian Pietro Lucini, che odia intellettualmente l'arte d'annunziana, è il tipo del sincero eroico». Ond'io non aveva che ad accettare la disfida, eccitatami per procura, mallevadore delle parole dell'amico; ciò che oggi assolvo.


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Antidannunziana
D'Annunzio al vaglio della critica
di Gian Luigi Lucini
Studio editoriale lombardo
1914 pagine 379

   





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